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SCENARI

SONORI per

IMPROVVISAZIONE

COLLETTIVA

Mostra Collettiva

Palazzo Podestarile, Montelupo Fiorentino, Firenze

6 ottobre – 16 dicembre 2018 

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Installazione sonora interattiva in quadrifonia

legno, alluminio, tela, oggetti vari, microfoni a contatto

spazializzazione audio di David Campanini

Condividere. Condividere l'arte. Condividere il lavoro.

Ascoltare: lo scenario sonoro; Il lavoro degli altri; i racconti, intimamente, da una cornetta telefonica e avere voglia di parlare, di incontrarsi, di condividere il proprio. Collegare i mestieri, gli oggetti — come ingredienti, di fronte al proprio grembiule, cucire un unico strumento. Disegnare con un cercafase su una tela; con un pennello tracciare la strada per un furgoncino giocattolo su una lastra di alluminio; accarezzare le superfici con una cazzuola, con un pialletto; permettere a un ingranaggio di essere libero — per una volta — dentro un vaso vuoto ma educato, che se bussi, ti risponde.

Leggere a tutti la ricetta medica, per guarire; per sconfiggere chi ci vuole soli, isolati. Lo Scenario non esiste solo all'interno di questa stanza, di questo museo; il sipario su di lui non cala mai. Non si lavora per se stessi. L'individuo non è prezioso solo per se stesso. Si lavora per noi, noi che siamo tutti, la collettività. Fischiare, se non fosse abbastanza chiaro, e ripetere. Fischiare anche se non si è d'accordo, anzi, fischiare più forte. Sentirsi liberi di trasgredire tutto ciò che c'è scritto — qui, e se siete qui anche altrove; i limiti li conoscete bene — perché spesso è così che si affermano le idee e si combatte la mancanza di idee, che poi è lo strapotere di una sulle altre.

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Il mondo del lavoro oggi. La precarietà, l’incertezza, il silenzio, il futuro che non arriva. La realizzazione di sé. Le famiglie contemporanee, il mutuo, la pensione, i nipoti. Le non famiglie, le solitudini. Le relazioni. Quanto si potrebbe scrivere e raccontare sul mondo, meglio, i mondi, del lavoro oggi! Quante storie di difficoltà, successi o privazioni, potremmo descrivere sulla base delle cronache quotidiane che leggiamo. Il mercato, la globalità, le reti, l’innovazione, la manualità; gli operai che resistono e quelli che non esistono. Gli occhi disillusi dei pensionati e quelli rassegnati dei figli. Ma anche gli occhi di chi ci è riuscito, con o senza lotte. Le mani di chi si impolvera ogni giorno o quelle veloci di chi digita su qualche tasto.
La mostra interpreta i racconti individuali dei lavoratori abbracciando la complessità del mondo del lavoro contemporaneo. Sedici artisti interpretano, con la realizzazione di un’opera inedita, il racconto di un lavoratore. I lavoratori in mostra portano un oggetto ciascuno che identifica il loro impiego; attraverso il racconto del singolo lavoratore l’oggetto – con un QR code – parla in prima persona della storia personale ci colui che lo ha scelto. Un’esposizione che mette in relazione diretta i lavoratori con gli artisti, obbligandoli ad uno scambio di empatia, di parole e emozioni. Gli oggetti diventano il mezzo sul quale costruire la relazione e l’icona plastica che in mostra ‘affianca’ le opere degli artisti. Sul modello del Museo delle Relazioni Interrotte di Zagabria (https://brokenships.com), gli oggetti sono i protagonisti reali della mostra: come rappresentazione visiva ed orale delle singole storie e come scintilla creativa per gli artisti. Il racconto della complessità contemporanea del mondo del lavoro attraverso l’intimità delle parole, dei pensieri e delle speranze. Una mostra collettiva, nel vero senso della parola: le opere nascono dalle parole di un racconto e sfidano la complessità individuale per diventare collettivo e condivisione.

Andrea Zanetti — curatore

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